ENLIGHTENMENT: il risveglio

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Offline Sunny K

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #15 on: September 08, 2011, 14:15:49 pm »
0
Adesso non esageriamo... Discettare un po' si puote, ma certe cose sono private  :gh:

Vi lascio questo, non sono d'accordo su tutte le definizioni e di certo l'avrete già visto, ma magari può essere simpatico se non utile.



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Offline Dipper

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #16 on: September 08, 2011, 14:25:27 pm »
0
Mi hai preceduto Ryujin...

Volevo chiederti come, se qualcuno non è egli stesso "illuminato" (la definizione continua pendente), come potrebbe mai giudicare se un altro lo sia.

Seconda annotazione, se non ricordo malissimo il Satori dello Zen non si configura come un una tantum, ma come una quantità di "lampi".

Terza annotazione, quando raggiungerò lo stato di illuminazione non lo verrà mai a sapere nessuno (per ricollegarsi al discorso precedente).
1) E' un monaco buddista, un bonzo, mi è stato spiegato (non da lui stesso, ma dall'amico comune prima di presentarci) che ci sono vari stati di satori che vengono riconosciuti dall'ordine e che a lui è stato riconosciuto il più alto.

2) Su questo non so risponderti. Con lui l'argomento illuminazione non è stato nemmeno toccato.

3) Lui aveva invece un fortissimo impulso a condividere i suoi pensieri. Senza che gli abbia sganciato uno yen, chiaramente. Ma forse MGY ha già spiegato molto meglio di quello che potrei fare io.
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Offline Dipper

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #17 on: September 08, 2011, 14:27:41 pm »
0
Adesso non esageriamo... Discettare un po' si puote, ma certe cose sono private  :gh:

Vi lascio questo, non sono d'accordo su tutte le definizioni e di certo l'avrete già visto, ma magari può essere simpatico se non utile.


Molto interessante :thsit:
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Offline Dipper

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #18 on: September 16, 2011, 22:18:54 pm »
+2
Come promesso... :)

Lo avevo anticipato, non mi intendo dell'argomento quindi mi scuso se il mio linguaggio sarà impreciso o deviante, ma credo valga la pena raccontare in breve questo incontro.

Nel mio penultimo viaggio in Giappone, grazie ad un'amicizia comune diciamo "particolare", ho avuto la fortuna di conoscere una persona molto speciale che ha lasciato una profonda impronta nel mio spirito.
Discendente di una casata di samurai (a casa sua ci sono ancora delle colonne con dei segni di katana, memoria di antiche battaglie), è stato per lungo tempo un bonzo al quale oltre ad essere stato riconosciuto il più alto livello di satori dall'ordine.
Valente artigiano, a lui sono stati affidati la direzione dei lavori di cura e restaurazione di molti importanti jinja (templi buddisti) della sua zona.

Abbiamo passato una giornata insieme, ha fatto da guida a me e mia (allora non ancora) moglie mostrandoci i luoghi di culto e naturali più belli del suo paese, ci ha offerto il pranzo e poi portato a casa sua dove abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza.
Ci aiutò molto nel superare le paure delle difficoltà che il nostro matrimonio avrebbe comportato (i paesi diversi, la refrattarietà della mia famiglia, eccetra).
L'ho fatto poi partecipe del mio percorso col Karate e della mia, ormai superata, ma allora in pieno svolgimento, crisi di identità marziale. Lui seppe darmi consigli molto utili e preziosi che mi aiutarono a indirizzarmi,sia tecnicamente che spiritualmente, e che tutt'oggi sono una forte radice delle scelte che ho fatto.
Felice del fatto che fossi interessato così sinceramente al Budo e allo Zen, si addentrò nell'argomento, confidandomi che erano anni che non parlava di questo argomento con nessuno perchè ormai anche tra i giapponesi di oggi questi argomenti vengono ormai lasciati andare e ritenuti non interessanti.
Mi spinse a continuare nel soddisfare il mio bisogno di contatto pieno, ma mi esortò a tenere bene a mente certi insegnamenti ricevuti nel vecchio dojo.
Siamo stati a casa sua per parecchie ore e il tempo è volato senza che ce ne accorgessimo.
Infine, prima di salutarci (ma ci saremmo rivisti un paio di giorni dopo e ci avrebbe offerto la cena in un negozio di okonomiyaki), ci regalò una sua opera di gioventù, un ciocco di legno (non so il termine esatto) con su scritti tre kanji che rappresentano una sua massima, e due scatole di un tipo pregiato di okou.

Orbene, questa persona non assomiglia minimamente a quelle che MGY ha messo nei suoi video.
Di sicuro ha in comune la stessa espressione placida e serena, ma non c'è ostentazione.
Mentre la bionda del video ad esempio mi pare che esibisca parecchio il suo status (fingendo di non farlo però), lui era una persona umile nel senso migliore del termine, non si atteggiava e anzi si comportava in una maniera che, per quanto particolare, definirei totalmente spontaneo, non artefatta.
Non poneva distanza tra noi e lui e anzi io l'ho subito sentito quasi come parte della mia cerchia più intima di conoscenze, ed è stato una delle prime persone, dopo la famiglia, che volevo sapesse che io e mia moglie avessimo deciso di sposarci.
Misurato in ogni gesto e parola, profondo conoscitore di Budo, Bukkyo e Shinto, tuttavia simpatico e divertente nel raccontare la sua vita di oggi e aneddoti del suo passato.

In una parola, quello che ho trovato in lui e che non vedo in questi illuminati da 200$ l'ora, è la naturalezza.

Inutile dire, poi, che nonostante la guida turistica, il pranzo offerto, lo scarrozzamento a destra e a sinistra e i regali, da noi non ha preso nemmeno mezzo yen, nemmeno dopo le inisstenze a rimborsargli almeno la benzina.

Mi spiace di aver fatto un resoconto a sensazione che probabilmente risulta una roba sempliciotta, ma mi auguro che sia riuscito a soddisfare la tua curiosità :-[
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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #19 on: September 16, 2011, 23:32:51 pm »
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Come si chiamava costui?

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Offline Dipper

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #20 on: September 17, 2011, 09:12:44 am »
0
Come si chiamava costui?
Ti chiedo scusa, ma essendo una persona discreta che non si pubblicizza su internet e non avendo chiesto il suo permesso preferisco non dire il suo nome :)

Grazie del tuo racconto Ryujin
e ti invidio un pochino...credo che semmai troveró una persona del genere mi fermeró a studiare con lui fino a che non sono soddisfatto.
Ma mi sembra da quello che racconti che anche tu abbia incontrato persone allo stesso modo interessanti.
Comunque sì, pur non essendo l'argomento il mio pane quotidiano, se non fosse così distante penso che lo frequenterei :thsit:
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Offline Dipper

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #21 on: September 17, 2011, 11:20:15 am »
+1
Allora ho avuto proprio una gran botta di culo :ohiohi:

Interessante comunque che non abbia minimamente cercato questa occasione che si è presentata da sé. Anzi, inizialmente, quando il nostro comune amico ci ha detto che ci avrebbe presentato una persona con cui passare la giornata, pensavo "Ma perché devo perdere tempo con uno sconosciuto che voglio stare con la mia fidanzata (all'epoca viveva ancora in Giappone e ci vedevamo meno di un mese all'anno) e girarmi il paese in santa pace??".

Pensa te... XD
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Offline Shugal

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #22 on: June 06, 2012, 16:37:12 pm »
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Hai mai pensato che l'Illuminazione potrebbe non avere nulla a che fare con la moralità come la intendiamo noi?
Ossia, che si potrebbe essere perfettamente illuminati e al contempo dei gran figli di puttana[1] (sempre secondo i nostri canoni)?
 1. Tra l'altro dei figli di puttata iperpotenziati, perché si avrebbe un vantaggio spaventoso sugli altri miseri esseri umani

Israel Regardie affermava esattamente questo
"L'uomo che bestemmiava ai cavalli" (esiste davvero, ma devo comunque pagare la siae a Cooks)

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Offline Parsifal

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #23 on: October 10, 2012, 11:49:57 am »
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Mi hai preceduto Ryujin...

Volevo chiederti come, se qualcuno non è egli stesso "illuminato" (la definizione continua pendente), come potrebbe mai giudicare se un altro lo sia.

Seconda annotazione, se non ricordo malissimo il Satori dello Zen non si configura come un una tantum, ma come una quantità di "lampi".

Terza annotazione, quando raggiungerò lo stato di illuminazione non lo verrà mai a sapere nessuno (per ricollegarsi al discorso precedente).

Anche io ricordavo che il satori corrisponde ad un momentaneo  e parziale risveglio, l'illuminazione invece è l'atto finale di un processo, che ci porta ad essere continuamente nello stato massimo.
Ovviamente non si può passare di botto da zero a illuminati, ci sono diverse tappe intermedie necessarie, poi a seconda della tradizione possono essere di più o di meno, avere nomi diversi, ma è ovvio che sono tappe necessarie, alcune più evidenti altre meno, atte a rendere la nostra struttura psico-fisico-energetica abbastanza "forte" da reggere stati sempre più intensi, senza bruciarci...

Per l'ultimo punto , difficilmente ti illumini di nascosto dal mondo, magari le persone comuni addormentate non se ne accorgono, ma altri se ne accorgono eccome, anche perchè a stati più avanzati non ci arrivi da solo, ma serve sempre qualcuno attorno, maestri o scuole iniziatiche che siano...
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Offline Ragnaz

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #24 on: October 10, 2012, 15:29:59 pm »
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La coltivazione dell'amore incondizionato verso gli altri (netta bahavana), l'astenersi da comportamenti distruttivi e il seguire un codice morale sono contaminazioni buddiste. Lo yoga non da molta importanza a quest'aspetto (tranne gli yoga sutra di patanjali che sono stati contaminati dalla tradiziona buddhista in questo). Secondo la tradizione induista l'hata yoga é la parte iniziale dove focalizzarsi. Poi viene pranayama e poi alla fine quando il corpo é preparato, pulito si puo iniziare l percorso di meditazione.

Il teste Hata Yoga Padipika scritto da Maharishi Swatmarama nel 6 secolo DC, cerca un po di ritornare a fare chiarezza nelle pratiche tantriche di biddismo e yoga di pantanjali, contaminate dal post budda. Secondo quello che dice lui (e altri contemporanei che hanno lasciato pezzi importanti di letteratura) seguire un codice morale e privarsi di piaceri come lussuria, gola ecc ecc sarebbe a dir poco distrruttivo. In questo modo viene creato un conflitto interno quando la mente non é praparata, uno split tra la parte paccatrice interiore (che é subconscia e quindi non puo essere cambiata, almeno non ancora) e la mente cosciente che si impone di rigare dritto. Questo split da origini a schizofrenie  di diversi livelli. Inoltre sempre secondo  Swatmarama Yogi la meditazione non é il centro della pratica, come vorrebbero fare credere i sutra di patanjali  o i testi buddisti. L'hata yoga é il centro della pratica. Aprendo i canali energetici, sbloccando il corpo si arriva a realizzare la mente. La meditazione é solo un ultimo stadio per refinire la parte piu sottile.

Questo per dire che il codice morale da seguire é una contaminazione buddista. Peró quello che si puo prendere da questi insegnamenti é il risultato di un'apertura mentale. Il Budda descrive infatti gli effetti di una mente vuota, i metodi per ottenerla sono un altra cosa. Da quello che si trova scritto nei testi buddisti e nei testi induisti la moralitá é una conseguenza, nel senso che l'amore incondizionato nasce proprio dallo stato di samadhi, non perché si decide in anticipo che ci sono dei codici morali da seguire, ma semplicemnte perché tutte le cose materiali e ego-based non hanno piu importanza. Il denaro, l'immagine pubblica, sono parte di queste cose materiali. Quindi uno che ha raggiunto questo stato ne é completamente liberato, NON PERCHÉ SEGUE UN CODICE MORALE!


Mi scuso se prendo il quote da qui, ma ho "perso" l'originale..
tutto quanto scritto "torna" con le mie personali esperienze e pratiche di yoga del tempo che fu :)
(e con quello, ovviamente, che mi fu detto/mostrato/insegnato all'epoca...)

Quoto anche il ryujin, la naturalezza, la non ostentazione, la semplicità sono sicuramente ottimi segni ;)

Ragnaz - alias Luca



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Offline indoctus felix

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« Reply #25 on: October 10, 2012, 19:14:57 pm »
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Concordo con Ragnaz , ho perso anch'io la partenza originale. Tutti gli "iniziati" ai culti misterici antichi erano riconoscibili dal popolo in quanto: sia nei piccoli o grandi misteri (Eleusini, Dionisiaci, culti ad Ercole ecc. ecc.) i rituali erano collettivi, in numero maggiore nei piccoli e in numero minore nei grandi, quindi alla presenza di TESTIMONI, non era possibile mentire o definirsi iniziato senza aver compiuto tali ATTI, questa semplice regola dovrebbe valere tutt'oggi, il carisma non fa di un uomo un iniziato, quindi come dice Parsifal: chi è in grado se ne accorge.

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Offline Parsifal

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« Reply #26 on: October 10, 2012, 20:48:10 pm »
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Concordo con Ragnaz , ho perso anch'io la partenza originale. Tutti gli "iniziati" ai culti misterici antichi erano riconoscibili dal popolo in quanto: sia nei piccoli o grandi misteri (Eleusini, Dionisiaci, culti ad Ercole ecc. ecc.) i rituali erano collettivi, in numero maggiore nei piccoli e in numero minore nei grandi, quindi alla presenza di TESTIMONI, non era possibile mentire o definirsi iniziato senza aver compiuto tali ATTI, questa semplice regola dovrebbe valere tutt'oggi, il carisma non fa di un uomo un iniziato, quindi come dice Parsifal: chi è in grado se ne accorge.

Esatto....i vari riti , cito anche quegli egizi dentro la grande piramide, avvenivano sempre alla fine di un percorso piuttosto lungo di apprendistato insieme ad altre persone e sotto la guida dei vari maestri ...
L'iniziazione vera è un passo molto importante e quasi sempr eindispensabile per andare avanti, ovviamente non consiste in qualche strano rito fine a se stesso, ma ha effetti, dicono anche fisici, abbastanza importanti...
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pal

Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #27 on: October 10, 2012, 23:27:03 pm »
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Ovviamente non si può passare di botto da zero a illuminati, ci sono diverse tappe intermedie necessarie, poi a seconda della tradizione possono essere di più o di meno, avere nomi diversi, ma è ovvio che sono tappe necessarie, alcune più evidenti altre meno, atte a rendere la nostra struttura psico-fisico-energetica abbastanza "forte" da reggere stati sempre più intensi, senza bruciarci...
Non sono daccordo.
Un esempio puo essere Eckhart Tolle, e non è il solo.
La tradizione c'han per empio accetta la possibilità di potersi risvegliare di botto. Quella theravada (come lo yoga) invece insiste sul coltivare uno stato di presenza che alla lunga sfocia nel risveglio totale. Osho accetta entrambe le vie.
Per l'ultimo punto , difficilmente ti illumini di nascosto dal mondo, magari le persone comuni addormentate non se ne accorgono, ma altri se ne accorgono eccome, anche perchè a stati più avanzati non ci arrivi da solo, ma serve sempre qualcuno attorno, maestri o scuole iniziatiche che siano...
Anche qua non sono daccordo.
Eckhart Tolle non ha mai seguito nessuna scuola buddista o iniziazione esoterica, eppure ...
Altro esempio: ci sono persone che sono nate in contatto con la natura, e la natura stessa ha fatto da maestro senza bisogno di iniziazioni.

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Offline Parsifal

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Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #28 on: October 11, 2012, 00:05:24 am »
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Ovviamente non si può passare di botto da zero a illuminati, ci sono diverse tappe intermedie necessarie, poi a seconda della tradizione possono essere di più o di meno, avere nomi diversi, ma è ovvio che sono tappe necessarie, alcune più evidenti altre meno, atte a rendere la nostra struttura psico-fisico-energetica abbastanza "forte" da reggere stati sempre più intensi, senza bruciarci...
Non sono daccordo.
Un esempio puo essere Eckhart Tolle, e non è il solo.
La tradizione c'han per empio accetta la possibilità di potersi risvegliare di botto. Quella theravada (come lo yoga) invece insiste sul coltivare uno stato di presenza che alla lunga sfocia nel risveglio totale. Osho accetta entrambe le vie.
Per l'ultimo punto , difficilmente ti illumini di nascosto dal mondo, magari le persone comuni addormentate non se ne accorgono, ma altri se ne accorgono eccome, anche perchè a stati più avanzati non ci arrivi da solo, ma serve sempre qualcuno attorno, maestri o scuole iniziatiche che siano...
Anche qua non sono daccordo.
Eckhart Tolle non ha mai seguito nessuna scuola buddista o iniziazione esoterica, eppure ...
Altro esempio: ci sono persone che sono nate in contatto con la natura, e la natura stessa ha fatto da maestro senza bisogno di iniziazioni.


Bp io non considero Eckhart Tolle un illuminato infatti, ma uno dei tnti filosofi che pongono delle tesi, ma per illuminati intendo ben altro...
Che poi si possa avere dei risultati da solo è sicuramente possibile, ma per andare avanti realmente difficilmente, per non dire nel 99, 99 percento dei casi, ti serve aiuto....

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pal

Re:ENLIGHTENMENT: il risveglio
« Reply #29 on: October 11, 2012, 00:29:58 am »
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Bp io non considero Eckhart Tolle un illuminato infatti, ma uno dei tnti filosofi che pongono delle tesi, ma per illuminati intendo ben altro...
Che poi si possa avere dei risultati da solo è sicuramente possibile, ma per andare avanti realmente difficilmente, per non dire nel 99, 99 percento dei casi, ti serve aiuto....
Eckhart Tolle ritiene di essere iluminato e i suoi discepoli pure. Io non l'ho conociuto personalmente ma da come parla e da come scrive ho forti convinzioni che lo sia.

Tu come mai non lo ritieni illuminato ? Hai letto i suoi libri ? Ti sei visto qualche seminario dove lui risponde alle domande poste dai discepoli ? Hai esperienze in merito per dire cio ?

Per quanto riguarda il bisogno di una guida, sono daccordo che nella maggior parte dei casi si rivela necessaria, ma ci sono stati casi dove non lo è stata. Io personalmente credo che una guida non illuminata, non risvegliata, si di ben poco aiuto. E trovare un illuminato è molto ma molto raro. Inoltre bisogna essere pronti a riconoscerlo, perchè potrebbe essere il barbone che ti chiede l'elemosina, e tu nemmeno te ne accorgi.
« Last Edit: October 17, 2012, 01:35:34 am by pal »