Dunque, provo a fare il mio intervento.
Premetto: finirà per essere un intervento, il mio, dispersivo e forse poco sintetico e/o snello, però purtroppo per cause familiari non sono riuscito a inserirmi prima nella discussione.
Dividiamo per macroargomenti e poi inserisco varie citazioni.
Nutrizione/alimentazione in generale: per quanto sia in forte sviluppo e sia ancora relativamente giovane, la scienza dell'alimentazione è appunto una scienza, non un nome che accomuna sciamani, empiristi senza basi, professoroni e ini, improvvisati nati in palestre, etc. Quindi sarebbe più opportuno provare a trattarla come tale, pensando al fatto che vi sono una serie di principi comuni attualmente condivisi a livello mondiale, nati da decine e decine di studi scientifici accreditati e decenni di sperimentazione e ricerca medica, oltre che applicazione costante. Pensare di provare a impararne alcuni fondamenti credo che sia, per l'uomo comune ma soprattutto per lo sportivo, quasi una necessità. Pensare però di sostituirsi a chi per anni questa materia l'ha studiata e la pratica lo ritengo personalmente presuntuoso.
La scienza dell'alimentazione non ragiona per "diete", vale a dire che non ragiona applicando la "dieta Montignac" piuttosto della "dieta a zona", ma è un gocciolino più complicata.
Questione carboidrati e alimentazione: che io sappia (ma ho avuto modo di informarmi) non ci sono studi scientifici accreditati che dimostrino che i carboidrati in sé siano i responsabili di cancro, malattie cardiovascolari, morti premature, patologie degenerative. Mentre ce ne sono a grappoli che dimostrano che le diete iperproteiche danno problemi sia acuti che soprattutto cronici a fegato, reni et similia. Così come l'introduzione eccessiva di grassi (soprattutto saturi). Come regola generale, è l'eccesso in sé che provoca guai: che sia di carbo, di proteine, di vitamine, di grassi, l'eccesso, ma anche lo squilibrio eccessivo di uno dei macronutrienti rispetto agli altri provocano problemi di varia natura, in relazione a diversi fattori (quantità, durata, etc.). A recentissimi aggiornamenti per medici sull'argomento nutrizione, sono stati resi noti diversi studi internazionali su campioni di popolazione che hanno mostrato, tra le innumerevoli cose, come
in generale una percentuale di carboidrati intorno al 45% nella dieta sia da preferire.
Diete paleo/evo/sears/montignac/gruppo sanguigno/crudista: tutte queste diete, alcune delle quali dalle "basi teoriche" davvero bizzarre (e chiamarle basi teoriche è far loro un grosso favore), sono state già da tempo smontate. Dell'indice glicemico, che sta imperversando ora e che tutti citano (dieta evo, sears, etc.) abbiamo appena discusso sopra per cui non torno sulla questione. Sulle altre mi basta lasciare un link che ben esprime il mio pensiero a riguardo:
http://www.albanesi.it/Alimentazione/Dtmenu.htmQui trovate le diete elencate e spiegate in modo sufficientemente scientifico ma abbordabili da tutti, senza bisogno di sfoggiare paroloni tecnici che non contestualizzati hanno poco significato.
Giovanni Cianti: su Montignac e Peter D'adamo non mi sbatto nemmeno per dettagliare, mi basta il link sopra che li analizza, ma su Cianti vorrei dire due parole in più. Premessa: già solo per il fatto che Cianti è conosciuto e nominato quasi esclusivamente da gente proveniente o in contatto col mondo del body building sarebbe condizione sufficiente PER ME per non prenderlo in considerazione. In più, da recente mio personale sondaggio, gente che conosco con ottima esperienza nel campo della nutrizione e nutrizione dello sportivo non sa nemmeno chi sia (a mia domanda, risposta di un medico: "cianti chi?"). Poi, mi son preso la briga di perdere 1 giornata a cercare notizie e riferimenti su di lui e, tolto il fatto che Cianti nel corso della sua esperienza ha cambiato anche radicalmente opinione diverse volte (naturalmente passando da affermazioni molto forti ad altre completamente diverse se non in contraddizione ma altrettanto forti), uno dei pilastri del suo "metodo", vale a dire la fase di caccia e di riposo (l'uomo preistorico alternava fasi di caccia a fasi di riposo, da questo quindi la dieta alterna periodi di forte carico proteico e calorico ad altri di restrizione), ha fatto sbudellare dal ridere almeno una persona competente che ho interpellato (oltre che farmi un po' vergognare l'aver anche posto la domanda stessa). Ma in questo link che metto è possibile fari un'idea in più sulla questione:
http://community.my-personaltrainer.it/Forum/Alimentazione/Sport/Cosa-consiste-dieta-proteica--id=20072__0Guardare soprattutto le pagine 5-6-7.
Infine, visto che sono in contatto con una delle nutrizioniste più in voga attualmente per quanto riguarda gli SDC (lavora alla wild card di Los Angeles e segue nientemeno che Pacquiao, Khan, Arlovski e una serie interminabile di sportivi ad alto livello nel triathlon, corsa, nuoto, etc.), vi copincollo la risposta che mi ha dato quando le ho chiesto che ne pensa della Zona di Sears:
As for the Zone, actually, it's pretty good. The ratios--40/30/30--are very close to what I have most of my clients on. Only my marathoners and triathletes would deviate significantly from this. Most of my clients see very good results with Zone-ish numbers. However, if you buy the Zone books, the science supposedly behind the diet is erroneous. But the actual plan does work well.Appena trovo "martial arts nutrition", inserisco qualche citazione relativa ai carboidrati nella dieta dell'atleta.
Concludendo e rimanendo nella pratica: il dosaggio dei carboidrati come pane pasta riso deve essere tarato, come il resto dei macronutrienti, in funzione di parecchi parametri che sono stati ben citati in alcuni msg precedenti. In particolare il dosaggio dei carboidrati è funzione, nello sportivo, dell'attività che si compie, quando si compie (in che ora del giorno e in che giorni), di che tipo è (anaerobica lattacida, aerobica, etc.) e che intensità ha.
Un eccesso di carboidrati porta al loro stoccaggio come grasso, questo ormai credo lo sappiano anche i sassi, come anche i sassi sanno che sono il combustibile principale del corpo, che non si può sostituire con altri macronutrienti. Il meccanismo di stoccaggio è anche funzione delle calorie totali ingerite versus quelle consumate, della frequenza dei pasti e del bilancio di macronutrienti.
Quindi finiamola di demonizzare i carboidrati, finiamola di esaltarli, e così pure per gli altri macronutrienti.
P.S.: notare, non ho distinto il regime alimentare di un atleta da quello di un individuo normale, piuttosto che un bambino o un anziano. Se l'avessi fatto scrivevo 40 pagine, e non mi sembrava il caso. Non ho nemmeno parlato di "regime alimentare" versus "dieta", altra questione parecchio importante. Sarà per altri 3D.